Era fine aprile e mi accorgo ora dell’anniversario.
La sua gentilezza corrispondeva esattamente all’idea che mi ero fatta di una maestra di Yoga, dunque mi trovai subito a mio agio, debuttando da allieva.
Se lei, che sarebbe diventata la mia prima maestra, quella primavera di tanti anni fa mi avesse esclusa a causa del mio scarso tempismo (i corsi iniziano in autunno, mica in primavera...), chissà se insegnerei, oggi. Mantengo questa promessa implicita di accoglienza e accetto sempre i neofiti, anche a giugno. Ho sviluppato quindi un metodo didattico per seguire tutti, neofiti e non, e in questi anni non ho mai avuto il desiderio di proporre una lezione o un workshop esclusivamente ad esperti, tant’è che i corsi nel sito sono stati chiamati “Yoga per tutti”.
La sua gentilezza corrispondeva esattamente all’idea che mi ero fatta di una maestra di Yoga, dunque mi trovai subito a mio agio, debuttando da allieva.
Se lei, che sarebbe diventata la mia prima maestra, quella primavera di tanti anni fa mi avesse esclusa a causa del mio scarso tempismo (i corsi iniziano in autunno, mica in primavera...), chissà se insegnerei, oggi. Mantengo questa promessa implicita di accoglienza e accetto sempre i neofiti, anche a giugno. Ho sviluppato quindi un metodo didattico per seguire tutti, neofiti e non, e in questi anni non ho mai avuto il desiderio di proporre una lezione o un workshop esclusivamente ad esperti, tant’è che i corsi nel sito sono stati chiamati “Yoga per tutti”.
Non ha senso attribuire un “grado” a chi, da anni o da una lezione, frequenta un corso di Yoga: non siamo mica nell’esercito! Un’esperienza individuale non può avere livelli.
Ma.
In questi giorni si è materializzata, letteralmente, l’idea di farlo.
Per una volta.
Perché?
È bello sentirsi parte di un gruppo che segue la lezione, ed è bello essere guidati. Si va al corso, ci si concentra, si esce ogni volta un po’ diversi, in genere sentendosi meglio (sennò perché farlo?).
Sì, ma poi?
Il fatto è che il senso di una pratica sta in un tempo quotidiano, anche se breve, piuttosto che in grandi abbuffate irregolari.
Perché il benessere che si vive dopo la lezione non si dissolva, ma rinasca ogni giorno.
Perché la capacità di ascoltarsi che lo Yoga affina esca dal tappetino e diventi parte della vita in ogni momento: solo allora il Ben-essere diventa, finalmente, Buon Vivere.
Allora è nata l’idea di una lezione impostata per incoraggiare la pratica personale, che stia al di là e al di fuori dei corsi, per significare che la pratica, quella vera, si fa per conto proprio.
Una lezione silenziosa, che potrebbe lasciare (forse) un neofita perplesso: per la prima volta l’invito è stato rivolto a chi ha già sviluppato una propria esperienza.
Una lezione a offerta libera, perché le donazioni raccolte portino anche verso altri luoghi e altre vite un poco di Vivere se non Buono, almeno migliore.
Grazie Laura,
RispondiElimina......sono felice di aver intrapreso questa esperienza....e quando ho visto il tuo sorriso e percepito il tuo abbraccio nel nostro primo incontro....ho capito che non avevo sbagliato...e che le mie sensazioni erano giuste!!!!
Sono pronta a fare dello Yoga la mia esperienza quotidiana....e spero tanto di riuscire ad impararlo da te!!
Grazie.
Alessia