sabato 28 settembre 2019

Yoga, superpoteri e l'isola di Circe


A chi non piace la magia?
L’idea di avere potere sugli eventi, di controllare la vita?

Per dire, Harry Potter, io, l’ho conosciuto da adulta, attraverso la pre-adolescenza della prole altrui quando, nel mezzo di un piatto di pastasciutta, una vocina undicenne ha chiesto ‘zia Laura, ma tu sai quali sono i tre Doni della Morte?’
Mentre combattevo con gli spaghetti improvvisamente finiti di traverso, ho capito che, per poter continuare a comunicare con le ragazze, mi sarei dovuta aggiornare su Harry Potter; e ha funzionato bene, finché la piena adolescenza ha spostato altrove i loro interessi.
Invece il rimpianto che la saga sia finita, a me, è rimasto.

Detto questo, che c’entra lo Yoga con la magia?
Se pensate che Yoga  voglia dire unione, beh, vi deludo: Yoga è una parola particolare che ha tantissimi significati (tra cui unione) ma pure, indovinate? Magia!
[*oltre a benessere, profitto, trucco, inganno, affare, adattamento...Nelle nostre classi yoga tutte incenso e namasté difficilmente ci si fa caso]
Lo yoga ha a che vedere con la magia non solo per questioni semantiche: si tramanda che il praticante di Yoga e meditazione ottenga i Siddhi, cioè i super poteri, ovvero poteri magici. Ce n'è per tutti i gusti: diventare giganteschi o piccolissimi (come Alice nel Paese delle Meraviglie), conoscere ogni cosa, essere immuni da delusioni e infelicità, comprendere ogni creatura vivente...
Addirittura in alcuni versioni del mito di Ganesha, Siddhi è una delle sue mogli: in pratica, chi rimuove gli ostacoli è accompagnato dai poteri magici.

La maga per eccellenza: Circe
Se dico Circe, si pensa subito all’ammaliatrice spietata che trasformava gli uomini in maiali. 
Tutto qui?
Assolutamente no!
Maga, incantatrice, signora della natura selvaggia, Circe è innanzitutto una dèa antica, figlia del Sole e della Luna.
Circe è forte, consapevole del proprio potere e, di conseguenza, in grado di usarlo: perché possiamo usare solo il potere che conosciamo. Come per i Siddhi, che possono appartenere solo a chi pratica con costanza la conoscenza di Sè.... 
Certo, Circe ha trasformato gli uomini dell’equipaggio di Ulisse in maiali, ma ci si scorda che, tornati ad essere uomini, erano più forti e giovani di prima e che, quando hanno deciso di ripartire, Circe fornì preziose indicazioni per la prosecuzione del loro viaggio.

Ha senso che la trasformazione in maiali, per quanto sconvolgente, abbia conferito nuova energia: infatti il maiale, come il cinghiale, è legato alla fertilità, all'abbondanza, alla Terra; in fondo non è un caso se il salvadanaio per eccellenza è un maialino!

Come mai Circe ha cambiato idea e ri-trasformato i maiali in uomini?
Beh, costretta da Ulisse.
Ulisse è scaltro, però è pur sempre un uomo: come può forzare la mano a una dèa?
Semplice! Il mito racconta come Ulisse sia stato aiutato da Hermes (tra l’altro spesso viene associato a Ganesha, dato che entrambi rimuovono gli ostacoli), divinità protettrice dei viaggiatori, dei mercanti e dei ladri, grande mediatore, che gli consegna l'antidoto alle pozioni di Circe: è una pianta speciale di cui si dice ‘strapparla è difficile per le creature mortali, ma gli dèi tutto possono’.
L’erba magica è nata dal sangue di un gigante che, ossessionato da Circe, l'aveva rapita, e che il Sole, padre della maga, uccise. 

Mi piace che l'antidoto stia in mano solo agli dèi, mi piace che la dinamica tra Ulisse e Circe diventi occasione di nuove trasformazioni, più ricche, e di altre informazioni per proseguire il viaggio, di Ulisse e il nostro.

Quale potere magico è più desiderabile, in fondo, dell'essere in accordo con la parte numinosa, riconoscerla - in noi e nel mondo che ci circonda - e abbracciarla?
È un superpotere anche rendersi conto che alcuni aspetti delle nostre quotidianità, nei quali ci sentiamo costretti, non sono poi così importanti. 
A volte è prezioso anche solo sedersi tranquillamente e non cercare il cellulare ogni minuto.


*fonte Roots of Yoga, Mallinson e Singleton, Penguin Books 2017


NB: io conosco poco le erbe, ma ecco, Le mani degli dèi di Erica Maderna, ed. Aboca è un libro da maga Circe, che invece ne sapeva parecchio.
Come alcuni forse ricorderanno, è mia ferma convinzione che si possa trovare moltissimo Yoga in libri, come dire, insospettabili, che non contengono   la parola Yoga - in qualsiasi accezione semantica - nemmeno una volta; Le mani degli dèi è tra quei libri lì, per la capacità di evocare e di indurre con-centrazione, bello da leggere e pure da guardare. 

venerdì 6 settembre 2019

Dove arrivano le radici (ovvero ritiri Yoga, spalle e feedback)

Feedback e divertimento ai Ritiri Yoga 2019 - KeYoga
I ritiri Yoga  sono momenti dell'anno che amo tantissimo: condividere giornate intere, silenzi densi, percorsi tosti conditi da risate e magnate è divertente, intenso, mi mette nel frullatore, mi fa crescere, e mi restano consapevolezze che prima non avevo. 
Avrò condotto almeno una trentina di ritiri, ormai, e ogni volta è una sorpresa, ogni volta è differente, ogni volta è interessante.
La cosa che preferisco è la possibilità di conoscere meglio le singole persone.
La seconda cosa che preferisco è sapere come crescono i semini che sono stati piantati durante il ritiro: i famosi feedback.
La terza cosa che preferisco è il senso  di pace e gratitudine che mi resta per la partecipazione e le condivisioni.

Silvia Ferro pratica Yoga da quando era bimba, ha sguardo pulito, punti di vista sempre originali e la disponibilità a fare esperienze e mettersi in gioco di chi ama la vita e se la mangia con gusto, a prescindere.
Si è 'buttata' a seguire due ritiri uno dietro l'altro conoscendomi appena e fidandosi del suo intuito: ecco la sua esperienza!

'La sensazione più bella è stata il giorno del rientro a Padova.
In realtà mi sono presa una notte ed una mattinata in più, perché se lo meritavano! Erano da godere!
Guidavo felice, sapendo che sarei arrivata direttamente in ufficio con ancora la macchina carica di valigie, ma sorridevo e mi sentivo più ampliata.
Sì! 
Avevo una specie di guscio morbido ma potente che percepivo soprattutto sulle spalle e sul dorso.

Il mio desiderio è di poter sentire sempre questo guscio, questo strato energetico, questa me esterna, anche quest'inverno, quando sarò nel pieno della mia routine. Perciò proverò a coltivarlo, a non dimenticarmene mai.

Mi hanno fatto sentire parte di un tutto ed avere la conferma, talvolta purtroppo necessaria, che ci può essere comunione con l'altro. So che c'è anche di più, ma non lo riesco ad esprimere a parole. O forse lo sto ancora assimilando ed arriverà più chiaro più avanti.

Quindi, cara Laura, io ti ringrazio tanto, per come sei, per come insegni, per come sorridi, per quello che trasmetti, di quello che hai studiato e coltivato negli anni e di quello che hai di tuo innato.'

mercoledì 3 aprile 2019

Lunatiche (a Nord Est)

Lo Yoga è donna?
Sì (e no).

, certo, basta mettere il naso in una lezione qualsiasi: sono le donne a praticare Yoga. Nei corsi e nei seminari che guido da quasi vent’anni, mi riferisco con affetto alla minoranza di uomini presenti come alla nostra ‘quota azzurra’.

Eppure no, perché nelle lezioni di Yoga, spessissimo non si tiene conto delle differenze corporee tra uomini e donne. Il che non è molto strano, dato che i testi classici dello Yoga sono scritti dal punto di vista del praticante uomo.
Il risultato è che alla maggioranza dei praticanti di Yoga, che appunto sono donne, viene proposto un lavoro che non tiene conto della loro fisiologia ormonale, viscerale e della loro struttura.

"Voi cercate il femminile nella donna e il maschile nell’uomo, e così esistono sempre e soltanto uomini e donne. Ma dove stanno gli esseri umani? L’essere umano è sia maschile che femminile, non è soltanto uomo o soltanto donna. Della tua anima non puoi dire di quale sesso sia." Carl Gustav Jung, Il libro rosso.

Maschile e Femminile ci appartengono come persone, arriviamo tutti da un ovulo e uno spermatozoo, a prescindere dalla declinazione genetica che esprimiamo.
È ovvio, eppure spesso questa informazione resta a galleggiare, senza il sostegno di una consapevolezza effettiva. 
Tendiamo a identificarci con il ‘maschile’ e ‘femminile’ che la cultura del nostro tempo ci impone, l’equazione uomo=maschile e donna=femminile resta radicata, e di conseguenza forza=uomo, accoglienza=donna e via dicendo...
Così restiamo intrappolati in uno stereotipo.
Ad esempio, nel sentire comune, le attività destina te alle donne sono ‘da femminucce’, hanno una cifra dispregiativa e superficiale,  ben lontane dalla compassata serietà e dalla ben più evocativa forza che, invece, la stessa narrativa, attribuisce alle attività destinate agli uomini. 
Anche nello Yoga.
[Spoiler alert: niente di più sbagliato!]

Così, in una situazione che vede milioni di praticanti di Yoga nel mondo, nella stragrande maggioranza donne (= yogini), ad avere avuto una maestra che sottolineava che le pratiche tout court erano strutturate per uomini, che per le yogini era necessaria una ricerca personale e specifica, si deve essere state fortunate.

Io, questa fortuna, l’ho avuta. Ho potuto sviluppare questo punto di vista: esplorare, studiare e costruire percorsi esattamente destinati alle donne.
Perché qui, nello Yoga in generale, c’è ancora una lacuna.

Tutti noi esseri umani, quando ci rendiamo conto di quanti messaggi invalidanti la cultura prevalente inocula in noi, beh, iniziamo a liberarcene!
Per questo serve, lo Yoga per la Donna: ci rende consapevoli attraverso il Corpo (con la maiuscola, sì, sempre con la maiuscola!) di quanto mozzate, accartocciate e rimpicciolite rischiamo di essere. Di quante forzature  ci abitano, e in base alle quali ci muoviamosul tappetino e, soprattutto, nella vita. Anche laddove siamo convinte di farlo in base a nostre libere scelte.
Allora ci autorizziamo ad essere intere, ad ascoltare la nostra voce  interiore e ad esprimerla, e questo cambia il mondo.
Perché il mondo si cambia una persona alla volta, una donna alla volta.

Lo scorso anno, dopo la conclusione del ciclo di 4 seminari ‘La Luna nel Pozzo – Yoga per la Donna’, ho chiesto alle partecipanti di raccontarmi cosa, per loro, veramente fosse cambiato.

La risposta che mi ha più stupita è arrivata da un’insegnante di Yoga. Mi ha detto di essersi resa conto di aver sempre pensato a se stessa con un’etichetta. ‘Moglie’ ‘madre’ 'figlia'. Ruoli bellissimi, per lei, sia chiaro! 
Però non si era mai percepita, in precedenza, semplicemente come persona, come donna.
Questa rivelazione le è arrivata attraverso i seminari – ai quali si era iscritta per approfondimento professionale, più che altro - e che hanno invece portato ad un arricchimento personale inaspettato.

Modifichiamo la narrazione che ci abita, e lo facciamo attraverso il corpo, la simbologia del profondo e la narrazione mitologica: ci mettiamo tutta la potenza evocativa che possiamo, perché i condizionamenti sono profondi e non basta - o non sempre è sufficiente - per smascherarli, ‘pensarli’. 

E lo facciamo con gioia, divertendoci!
In questo lo Yoga è maestro, non a caso uno dei significati della parola ‘yoga’ è unione.
Integrazione.
Completezza.
Quando ci autorizziamo ad essere noi stesse, stiamo autorizzando una comprensione più amorevole di tutti gli altri, perché implicitamente lasciamo a ciascuno la possibilità di essere se stesso. Siamo meno manipolabili, e meno inclini a manipolare gli altri. Siamo più sane, di una salute globale.
Trovare i miti e gli archetipi nel corpo, attraverso asana (= posizioni), mudra (gesti) e nel pranayama (respiro), è stupefacente.

Per questo si tratta di un percorso potente, proposto in modo lieve e divertente. Perché è molta la potenza necessaria per interrompere le narrazioni depotenzianti che ci ipnotizzano da generazioni.
Accedere alla completezza è fluido e agevole.
Perché ‘corpo’ diventi, finalmente, il ‘Corpo’.

Abhaya Mudra - il Sigillo che scaccia la paura

Un punto importante da comprendere è che il  Mudra che vi racconto oggi,  non scaccia la causa della paura , bensì dissolve la paura-pa...